Un antico materiale decorativo unito alla maestria dell’artigianato toscano, una riscoperta tra vecchie tradizioni e nuovi strumenti di lavorazione.

Alabastro è un nome generico attribuito ad una roccia di origine gessosa o calcitica, che si presenta in aggregati di aspetto cereo, deposti in ambienti sotterranei.

È utile come pregiato materiale da decorazione suscettibile di lucidatura ed il suo utilizzo risale a tempi molto remoti, visto che già nell’antico Egitto, a Creta e a Micene era sfruttato per i rivestimenti di pareti o per i vasi funebri. Se i Fenici sono stati tra i primi ad adoperarlo, in Etruria, il suo impiego fu notevole nel campo delle urne cinerarie e sarcofagi. Inoltre fu usato nelle basiliche paleocristiane per l’illuminazione, in sostituzione del vetro non ancora utilizzato. Campioni particolarmente chiari e di grandi dimensioni sono talvolta ridotti in sottili lastre, tali da lasciar passare la luce che ne evidenzia il disegno e le zonature, ed utilizzati al posto di vetri per finestre (solo a scopo decorativo).

Viene usato inoltre in forma grezza per realizzare piccole sculture, soprammobili o bigiotteria, o in lastre lucidate impiegate come rivestimento. Nella zona di Volterra è ancora presente questo tipo di artigianato.

L’utilizzo dell’alabastro nelle arti applicate ebbe particolare fortuna nel Medioevo nella produzione di oggetti e ornamenti di culto. Tra i vari artisti specializzati nella lavorazione di questo materiale si ricorda il maestro di Rimini, nome sotto il quale è forse riconducibile un’intera bottega attiva nel nord della Francia o in Renania nella prima metà del XV secolo. cit.Wikipedia

Passeggiando nella città di Volterra, si può apprezzare l’artigianato locale che da secoli, si serve di questo materiale per creare oggetti da decorazione.

Ora si utilizzano anche strumenti moderni per la sua lavorazione, che è comunque rimasta in grande parte manuale.

 

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