La tempesta Vaia è stata un evento meteorologico estremo che ha interessato il nord-est italiano (in particolare l’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete) dal 26 al 30 ottobre 2018. L’evento si è originato a seguito di una perturbazione di origine atlantica che, nel quadro di una forte ondata di maltempo sull’Italia (interessando anche le vicine regioni di Svizzera, Austria e Slovenia), ha portato sulla regione vento fortissimo e piogge persistenti.
L’evento è erroneamente conosciuto con l’appellativo di “tempesta” (grado 10 nella Scala di Beaufort), ma i venti hanno raggiunto le velocità “uragano” (grado 12), venti che comunemente si originano solo su acque tropicali o subtropicali del pianeta.
Il fortissimo vento caldo di scirocco, soffiando tra i 100 e i 200 km/h per diverse ore, ha provocato la caduta di milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere, configurandosi dunque come un vero e proprio disastro naturale: l’Unità di crisi attivata dalla Regione del Veneto ha catalogato l’evento come peggiore rispetto all’alluvione di Venezia del 4 novembre 1966 (che comunque interessò tutta la Regione), all’alluvione del Veneto del 2010 e ad altri precedenti eventi meteorologici registrati sul territorio.
Fonte: Wikipedia
In Italia questa calamità ha destato molte emozioni anche perché ha colpito duramente la Val di Fiemme, che già nel Seicento donò le essenze che furono utilizzate dal liutaio Antonio Stradivari per la fabbricazione di suoi strumenti musicali a corda, in particolare per gli straordinari violini.
Tuttavia questa tempesta ha prodotto danni anche altrove, nello specifico in Valle Camonica, detta anche la “Valle dei segni”, in quanto identificata come sito patrimonio dell’UNESCO n.94 vista la presenza di innumerevoli siti riportanti incisioni rupestri che vanno dall’età Epipaleolitica sin quasi all’età Romana.
Nel piccolo, per quanto può incidere la storia di un singolo individuo nella collettività, questa tempesta ha toccato anche me.
Da anni infatti frequento la Valle Camonica per escursionismo, con amici e famigliari o semplicemente per uscite fotografiche in quelli che erano boschi e sentieri magici e dal potere rigenerante.
In questi anni ho comprensibilmente collezionato un buon bagaglio di esperienze e ricordi, molti dei quali affidati a quei rami, tronchi e torrenti, che mi hanno visto camminare, riflettere, sorridere, emozionarmi ed anche versare qualche lacrima.
Questi scatti sono il frutto di alcune di queste esperienze, sono stati raccolti nel corso degli anni con strumenti fotografici differenti, ed in varie situazioni e stagioni differenti dell’anno.
Ecco alcuni scatti di come appariva quel bosco prima della tempesta.
Ed ora alcune istantanee di come si è trasformato subito dopo il disastroso evento meteorologico.
Come i precedenti, anche questi scatti hanno una loro storia particolare, in quanto sono stati realizzati tramite smartphone e condivisi via social.
Le immagini originali sono andate perse, il caso ha voluto che fossero già state condivise via social. è stato quindi possibile recuperare almeno le condivisioni effettuate ad amici e parenti, su queste è in seguito stato eseguito un minuzioso lavoro di editing al fine di ottenere quanto mostrato sotto.
Alcuni dicono che il Bosco ricrescerà e tornerà ad essere maestoso come un tempo; ciò potrebbe anche essere un fatto positivo in quanto potrebbe favorire la biodiversità del territorio. Tuttavia essendo stato svariate volte in questi luoghi ed avendoli fotografati nell’intimo, so bene che non li rivedrò mai più così; inoltre varrebbe la pena se ci interrogassimo su questi eventi estremi, e su come l’intervento antropico possa aver influenzato la loro periodicità.